TAVOLA ROTONDA

IL COLLOCAMENTO MIRATO: 
SITUAZIONE E PROSPETTIVE PER IL LAVORO AI DISABILI
Como 17 settembre 2005

(i testi non sono stati rivisti dai relatori)

Presidente Parodi: diamo ora spazio ad un intervento che dovrebbe proprio cogliere il cuore di questa legge che è il collocamento mirato, vale a dire all'ASL, al comitato che ha il compito di accompagnare il disabile nel mondo del lavoro in modo che il suo inserimento sia un inserimento di soddisfazione personale ma anche di soddisfazione dell'azienda, perché se è un inserimento mirato anche l'azienda avrà dei vantaggi. La parola al dottor Ferrari Attilio della ASL, responsabile dei servizio disabili, dipartimento ASSI dell'ASL di Como.

Dottor Attilio Ferrari

Come prima cosa: io sono uno psicologo, psicoterapeuta e mi occupo appunto di disabilità nell'ambito del dipartimento ASSIi, per chi non lo sapesse il dipartimento ASSI è il dipartimento delle attività socio sanitarie integrate. Mi preme, anche questa mattina, dire che il direttore sociale del dipartimento, il dottor Davide Clerici, ci avrebbe tenuto tantissimo essere presente, purtroppo un impegno già precedentemente preso in concomitanza non permette a lui di essere qui tra noi. Però porto i suoi saluti. 

Il tema che mi è stato affidato, appunto quello del profilo della persona disabile, credo che sia proprio un po' il centro, il cardine della legge stessa. Perché questa mattina Parodi ci ricordava il grosso cambiamento che la legge introduce, qual'è questo grosso cambiamento? E' proprio il concetto di, diciamo così, accertamento della situazione di potenzialità lavorativa del disabile.  Perché spetta proprio all'ASL, l'attività valutativa della potenzialità del disabile, superando quindi quel problema che Parodi ci diceva di una situazione paradossale per cui non c'era un accoppiamento tra candidato e posti di lavoro idoneo, rispetto per esempio alle patologie e alla disabilità che il soggetto aveva. La legge invece introduce proprio questo nuovo meccanismo, e infatti le linee guida della regione Lombardia che accompagnano il decreto del 2000, sviluppano, in collaborazione con le aziende sanitarie locali, tutta la tematica di quali strumenti costruire per poter fornire elementi certi agli uffici di collocamento provinciale, quindi un quadro del profilo della persona disabile, perché ci possa essere da parte poi dell'ufficio di collocamento provinciale dei disabili il giusto abbinamento tra l'attività e il soggetto. 

Rispetto appunto a questo grosso cambiamento direi che quindi noi partiamo dalla definizione di disabilità e invalidità e da lì ci caliamo dentro l'approfondimento con il soggetto, con la persona disabile per valorizzare al massimo le capacità residue di questo soggetto. E per fare questo l'azienda sanitaria locale della provincia di Como ha istituito una commissione centralizzata. 

Credo che per i non addetti ai lavori possa essere interessante vedere un attimo brevemente anche la composizione della commissione. La commissione è composta da un presidente, che è un medico con specialità di tipo medico legale, da un medico del lavoro, da uno specialista di branca, perché? Perché vengono organizzate delle commissioni che esaminano i soggetti secondo le branche specialistiche. Quindi abbiamo la situazione della specialista internista, la situazione dello specialista per quanto riguarda la psichiatria o per quanto riguarda la fisiatria. Poi abbiamo la presenza del medico rappresentante degli assistenti di categoria e abbiamo l'operatore sociale. Nel trattare soggetti con problemi psichici è fondamentale il parere dello psicologo a differenza di altre realtà in cui magari abbiamo l'assistente sociale. Questo proprio perché essi si  si sono specializzati nell'ambito della disabilità e partecipano quindi costantemente alle commissioni questo è diciamo così un valore particolarmente aggiunto perchè vedremo che gli strumenti per l'attività valutativa, quindi delle potenzialità dei disabili che sono stati costruiti secondo legge quindi, sono fondamentalmente due e questi strumenti sono: la scheda socio lavorativa e la scheda per la definizione delle capacità. Questi due strumenti sono gli strumenti base per costruire quegli elementi che poi serviranno ad avere quel profilo della persona disabile e ad avere all'interno di questo profilo tutte le caratteristiche psico-socio-sanitarie e anche di tipo socio-relazionale che consentono poi di fare un lavoro di indirizzo verso un'attività lavorativa. Per esempio possiamo vedere molto rapidamente che la scheda socio lavorativa contiene, oltre che i dati relativi, allo stato civile, relativi alla situazione familiare, alle condizioni abitative e anche - per esempio - la capacità di utilizzo dei mezzi di trasporto, alle capacità quindi di un grado di autonomia, anche dati inerenti al percorso scolastico, a tutte le attività lavorative precedenti, o se sono in essere in quel momento, appunto, borse di studio, se sono in essere in quel momento contatti con gli uffici di collocamento, qual'è la rete sociale quali sono gli aspetti e le capacità di prestazione del soggetto quali sono soprattutto i contatti in atto con i servizi sanitari pubblici. Questo è un dato molto importante perché ci consente poi di acquisire informazioni che all'interno della commissione sono molto utili perché ovviamente fanno parte di elementi sostanziali per costruire il profilo del soggetto. Quindi diciamo che questa scheda socio sanitaria ci dà la possibilità di avere una fotografia delle variabili socio ambientali, relazionali, quindi delle esperienze pregresse che il disabile eventualmente ha fatto, delle capacità un po' globali di autonomia, soprattutto delle aspirazioni di cui parlavamo prima l'importanza anche di cogliere all'interno dei colloqui le motivazioni che il soggetto disabile ha, verso che tipo di situazione lavorativa vorrebbe accedere e anche perché dobbiamo appunto calcolare che - dovendo valorizzare le capacità residue - noi ci troviamo di fronte, molte volte, a dei soggetti che hanno dei percorsi lavorativi magari pregressi negli anni stabilizzati con anche delle competenze di rilievo. Il discorso di supporto in atto da parte dei servizi è un altro elemento molto importante perché è da questo che possiamo ricavare tutta una serie di dati rispetto la fragilità del soggetto e quindi inserire poi nella scheda questi elementi per orientare le eventuali tipologie di supporto che noi possiamo dare come indicazione. Ricordo come ho detto prima che questa scheda viene data appunto all'ufficio di collocamento provinciale. 

L'altra scheda è la scheda per le definizioni delle capacità, la scheda della definizione della capacità diciamo si muove proprio sulle aree di indagine che si ritengono le più utili per formare un profilo completo del soggetto. Principalmente sono quelle relative:

  •  alle attività mentali relazionali, alla informazione intesa come capacità del soggetto di memorizzare, capacità del soggetto di costruire anche delle informazioni relazionali con i compagni di lavoro;

  • abbiamo poi chiaramente tutto l'aspetto sanitario legato alla postura, legato alla locomozione, legato al movimento delle estremità e della funzione degli arti, legata alle capacità di svolgere attività complesse, alle limitazioni invece di attività fisiche associate o a delle resistenze particolari che il soggetto non può sopportare, ai fattori ambientali a rischio;

  • poi anche delle analisi rispetto alle situazioni lavorative e all'organizzazione del lavoro e ai turni di lavoro. All'interno della scheda noi diamo poi una sintesi che evidenzia la sintesi conclusiva con un'area dedicata alle descrizioni delle capacità migliori. 

Quindi la commissione recepisce direttamente attraverso il colloquio con il soggetto quali sono le risorse, le capacità che il soggetto ha mantenuto nel corso del tempo, e le identifica all'interno appunto della scheda come capacità migliori. La commissione ha il compito inoltre di suggerire le forme di collocamento: se mirato senza interventi di supporto, col supporto di un servizio di mediazione, quindi borsa lavoro tirocinio, ausili tecnici particolari; se è possibile un discorso di telelavoro a domicilio; se per il soggetto è possibile un discorso di tirocinio formativo o se è necessaria una riqualificazione professionale. 

Se invece c'è una necessità di attività socio educativa in ambito protetto, e quindi qui entra il discorso che facevamo questa mattina rispetto al discorso della e cooperative, oppure se il soggetto non è collocabile, quindi a volte la commissione esprime un parere proprio di non collocabilità. Direi che da un punto di vista della parte legata più ad aspetti di tipo di approfondimento, di tipo psico-attitudinale, oppure di struttura di personalità del soggetto. Noi utilizziamo un discorso di testistica, e questo tipo di testistica cerca quindi di focalizzare l'utilizzo dei test legato al livello, legato quindi alla personalità e alle attitudini del soggetto. Utilizziamo, in particolar modo, per le valutazioni delle attività mentali, un test che è abbastanza significativo e molto semplice perché è nato anche per situazioni di soggetti con fragilità mentale marcata, oppure utilizziamo altri strumenti utili, appunto, per acquisire elementi relativi all'area d'informazione. Un altro test ci fornisce un quadro completo della personalità del soggetto, soprattutto ci misura una serie di dimensioni molto importanti per poter dare poi una significanza rispetto alla tipologia di lavoro; quindi, in particolar modo, analizziamo le capacità di acquisire cognizioni, di impiegarle adeguatamente rispetto alle situazioni che si presentano, così come capacità di mantenere un comportamento positivo e collaborativo nelle diverse situazioni relazionali, nei vari contesti, di lavoro, di famiglia. Si rileva inoltre la capacità di affrontare una situazione di disagio causata dal ritmo lavorativo, dall'ambiente oppure dall'attività che viene svolta. 

Un altro test che viene svolto, e che utilizziamo, è uno strumento utile per riverificare alcune abilità in specifico rispetto alla velocità e alla precisione nel nell'eseguire alcuni compiti. Compiti per esempio di riordine alfabetico, di evidenziazione di errori ortografici, abilità numeriche e conoscenze e comprensione del linguaggio verbale. Questo perché, questo test per esempio ci orienta molto rispetto alla capacità del soggetto di reggere un discorso di tipologia di tipo impiegatizio. 

Alcuni numeri, per esempio l'anno scorso la commissione ha visto circa 730 persone, sono stati visti 730 soggetti, direi che l'elemento positivo che posso portare è questo: che siamo riusciti, come azienda sanitaria locale, ad accorciare di molto i tempi di riconsegna di questa valutazione al soggetto, nel senso che nel momento in cui il soggetto viene chiamato dalla commissione, precedentemente si superavano i 60 giorni, adesso invece all'interno dei 37-40 giorni riusciamo a dare la restituzione. Questo calcolando anche che il meccanismo è conformato in modo tale che nel momento della valutazione il soggetto accede alla commissione, c'è questa valutazione e la valutazione poi deve essere mandata agli uffici di collocamento provinciale, ma non solo, deve anche essere mandata all'ufficio preposto, quello che era già nel ministro del tesoro, quindi poi deve ritornare e noi appunto rinviamo poi agli uffici di collocameto. Questo tipo di percorso si sta sempre più accorciando, questo per garantire all'utente di avere in mano la sua valutazione globale e poter,  attraverso gli uffici di collocamento, cominciare il suo percorso. 

Cosa dire invece in termini di cambiamenti che riteniamo utili attivare. o credo che sia molto importante costruire con l'ufficio di collocamento un filo di ritorno, cioè lavorare proprio intorno ad alcuni dati per capire se gli strumenti che noi forniamo, di strumenti di tipo appunto socio sanitario, sono utili e soprattutto vedere in termini reali se questi abbinamenti poi vanno a buon fine, funzionano e che tipo di problemi possono essere affrontati per poter migliorare la qualità dell'inserimento. Io credo di avere concluso se ci sono domande....

RITORNA ALL'INDICE