![]() |
---|
TAVOLA ROTONDA IL
COLLOCAMENTO MIRATO: |
Dibattito (i testi non sono stati rivisti dai relatori) Presidente Parodi noi ringraziamo caldamente i relatori perché credo siano stati esaustivi, anche se naturalmente adesso apriamo il dibattito. Abbiamo distribuito dei fogli, se volete fare delle domande scritte così le passiamo. Domanda: io sono il papà di Eugenio Tripoli, mio figlio ha lavorato dal primo marzo al 31 agosto e adesso l' hanno lasciato a casa perché il suo principale vuole sfruttare la borsa lavoro. Ci sono ancora i fondi? Adesso l'ho iscritto all'ufficio di collocamento vediamo cosa si può fare. Risposta Ballabio: ci sono due percorsi, due servizi che dovrebbero dialogare molto di più tra loro, uno di tipo comunale e che probabilmente è quello al quale lei si è rivolto, ma il riferimento principale è sicuramente l'ufficio del collocamento obbligatorio di Como. A volte i comuni aiutano anche con delle borse lavoro proprie però se si è iscritti all'ufficio di collocamento obbligatorio sicuramente ci sarà un percorso che ha già fatto o sta facendo e i fondi credo che ci siano ancora, bisogna trovare l'azienda disponibile. Tambini: sì, se posso dare un contributo, confermo quanto ha detto Ballabio nel senso che precedentemente l'azienda sanitaria locale gestiva il discorso dei nuclei di inserimento lavorativo, gestiva i SIL attraverso le attività dei comuni, adesso con la 328 questa cosa è passata direttamente comuni. Ecco ricordo che presso i comuni ci sono gli uffici di piano quindi ci si deve rivolgere agli uffici di piano che hanno proprio le competenze per poter gestire questo tipo di situazione. Parodi: adesso andiamo alle domande scritte grazie. Iniziamo da Ballabio. Domanda: una prima domanda era quel che diceva sostanzialmente se non c'è una contraddizione tra il fatto che le aziende si sentano obbligate, si sentano sanzionate se non assumono un disabile e il fatto che per altro verso le aziende che assumono vengono incentivate. Ballabio: questo fa parte dei nuovi strumenti: la sanzione è un deterrente, è stata elevata se non sbaglio rispetto la legge precedente, e questo va a toccare chi appunto non adempie all'obbligo di assunzione. La legge 68 ha attivato una serie di incentivi che comunque sono proficui perché l'obiettivo, alla fin fine, è che le aziende assumano queste persone, trovino un posto ed il posto migliore. Perché il problema della legge precedente era quello che illustrava Parodi: che a volte dovendo inviare numericamente ed obbligatoriamente le persone, una persona che magari poteva avere delle doti e delle capacità intellettuali andava a fare lo spazzino, andava in posti sbagliati. Ora la finalità della legge è proprio quella di cercare di instaurare un processo virtuoso, che è anche oneroso per lo Stato, che va a verificare se questo processo funziona e se effettivamente riusciamo a trovare il posto migliore per questa persona, e quindi se c'è una reciprocità effettiva: sia da parte della persona ,che dell'azienda, e se abbiamo risolto un problema il cui valore economico è incommensurabile. Quindi va avanti la nuova normativa ma anche il sistema delle sanzioni, che tra l'altro finanzia questo fondo che ci consente di fare servizi. Perché di fatto anche qui sui disabili, il responsabile lo diceva, abbiamo sentito che l'ASL e le ASSI si stanno lamentando perché la regione sta tagliando i fondi che prima dava per l'inserimento con delle proprie borse lavoro autonomo. Il problema è che le risorse qui non bastano quasi mani per soddisfare tutta l'utenza e per poterla seguire. Quindi il problema è sempre del finanziamento dei servizi, anche dei servizi del lavoro dove si enfatizza molto questo fatto di fare servizi alle persone, giustamente per aiutarli a trovare lavoro soprattutto in un mercato attuale dove molte persone perdono il lavoro o hanno lavori precari o a tempo determinato. Il problema è che poi non sempre in questo situazione i comuni, le province, lo Stato hanno delle risorse sufficienti per seguire queste persone, tutte le persone. Per cui il problema delle risorse rimane in questi servizi di inserimento, il problema anche delle borse lavoro, diciamo, serve, così, per incentivare, però è uno strumento che funziona, se si raggiunge l'obiettivo sicuramente si ha un beneficio che può essere misurato in termini economici. Ferrario: quel passaggio del dottor Ballabio che parlava dei fondi della regione, penso si riferisse ai cosiddetti SIL, il problema è che in questa situazione, dove penso che le risorse sono estremamente ristrette, bisogna cercare il più possibile di impiegare al meglio le disponibilità esistenti. Teniamo presente che questo fondo effettivamente è il fondo che viene dalle sanzioni che pagano le imprese che non adempiono a questo obbligo, per cui è una sorta di multa utilizzata con un fine specifico. Il problema qual'è, lo dicevo quando affermavo che la regione vuole verificare i piani delle province, perché abbiamo visto, non è il caso di Como, che in qualche provincia la tendenza è di utilizzare questo fondo in gran parte per ricerca di innovazioni tecnologiche, che va bene però non dobbiamo dimenticare che su quella partita l'obiettivo è l'inserimento lavorativo. Il fatto che ci si sta ponendo, a livello regionale, la possibilità che questo fondo venga utilizzato anche per i cosiddetti SIL, che pure vanno aggiustati e organizzati con gli altri tipi di servizi, che sono quelli che miratamente hanno come funzione di creare questo percorso formativo di inserimento lavorativo, non deve farci sottovalutare il fatto che siamo in un ambito dove il discorso dell'innovazione tecnologica, pur importante, è secondario rispetto all'obiettivo primario. Abbiamo invitato, allora, alcune province, che avevano fatto un piano in cui avevano previsto dei costi in quella direzione (a nostro avviso un po' superiore a quanto era opportuno fare), a correggere il tiro e quindi non tanto di girare i fondi ad altri tipi di servizi ecc. ma di rendere il sistema il più possibile collegato tra i vari segmenti. Dopo di che è vero quello che diceva dottor Ballabio: si sa bene che le risorse sono quelle che sono, il tentativo è di mirarle in maniera sempre il più possibile utile rispetto all'obiettivo che ci si pone.Domanda: sul collocamento mirato: quali possibilità ci sono sulla Provincia di MIlano? Dottoressa Lerna: Ammettiamo che Marta, Lucia e Gianna sono iscritte da cinque anni. Il primo passo sarebbe quello di mandare il curriculum da Bianchi, Verdi e Rossi perché sono inadempienti e devono rispettare la legge. E' possibile, in via informale, sapere che alcune aziende devono assumere categorie protette come dice la legge, allora si potrebbe dire all'interessato di tentare anche questo aggancio. Poi ci sono le cooperative sociali, che si conoscono molto bene, ma non so se è il tipo di attività che si voglia. Se uno dice che va bene anche la cooperativa sociale allora bisogna mettersi in contatto per prefigurare una soluzione di reciproco interesse. Che cosa si pensa di fare in futuro? Lo provvede il decreto attuativo 276 di cui vi ho parlato stamattina, famoso decreto che attua la riforma del mercato del lavoro, anche noi potremo come organizzazione sindacale fare incrocio di domanda e offerta di lavoro. Noi pensiamo di strutturare un servizio, in particolare per le fasce deboli (proprio perché le persone che arrivano al sindacato chiedono lavoro. Le persone che hanno più difficoltà hanno più bisogno di servizi, noi che non abbiamo grandi risorse, anche questo sia chiaro a tutti perché se salta il tessuto industriale noi perdiamo gli iscritti, tenteremo, compatibilmente con le risorse che abbiamo, di fornire un ulteriore servizio. Domanda: fra commissione ASL, collocamento disabili e associazione di imprenditori è prevista una mediazione? Ferrario: intanto devo dire che i rapporti con le associazioni, da parte appunto dell'ASL, sono rapporti molto positivi, c'è molta collaborazione, c'è molto scambio di informazioni un po' con tutte le associazioni. Ecco però l'ASLl ha, come dicevo prima, un compito principalmente legato ad una valutazione di tipo psico-sociosanitario e ha anche al suo interno delle grosse competenze rispetto all'individuazione dei percorsi idonei alle tipologie idonee di lavoro; auspicavo prima anche questi contatti con l'ufficio di collocamento per poter verificare un po' insieme l'andamento generale della situazione. Però, ecco, sul discorso di mediazione non so se Ballabio ha qualche cosa da aggiungere. Ballabio: rispetto ad alcune domande, una diceva appunto come ci si deve comportare per richiedere l'inserimento della persona disabile da parte di una piccola azienda. Credo che la prassi che si utilizza è, innanzitutto, se è un'azienda soggetta all'obbligo e se ha anche individuato una persona. Con l'ufficio per l'inserimento dei disabili si sottopone il problema e anche la proposta della persona, come prassi ormai c'è un dialogo aperto con le imprese. E' l'ufficio di collocamento che poi definisce con l'impresa le modalità di inserimento, appunto utilizzando gli strumenti di cui si dispone, che sono le convenzioni previste dalla legge o, dipende, percorsi diversi. Quindi è lo stesso ufficio che propone, soprattutto adesso che ci sono tutte queste possibilità cioè le borse lavoro, i servizi di accompagnamento, di tutoraggio, di accompagnare sia la persona che l'impresa in questo percorso di inserimento. Ripeto mi sembra che sia una modalità di servizio che se apprezzata lascia molto aperto il dialogo. Diventa proprio una consulenza da parte dell'ufficio che, mi sembra, sia svolta egregiamente fino adesso. Per le altre domande, chi diceva che se una persona mette sul curriculum che presenta ad un'azienda che è un disabile sensoriale viene esclusa. Credo che sia possibile, perché la cultura dell'inserimento delle persone diversamente abili credo che sia una cultura difficile da far passare, nel senso che adesso, in questo momento di crisi anche aziendale, non è facile per la mentalità dell'imprenditore conciliare il fatto che si sta perdendo, che si è in difficoltà nell'ambito della produzione e dei profitti, inserire una persona che ha una capacità produttiva molto bassa. |