MOSTRA CONVEGNO 

OLTRE LE BARRIERE DELLA COMUNICAZIONE 

Cantù 25 Settembre 2010

INDICE ATTI

Prof. Antonio Arpini, attento studioso di bio-acustica, è docente di Audiologia all’Università Studi di Milano. La sua relazione “Percezione uditiva e comunicazione”, si incentra sulla qualità della comunicazione legata all’ascolto e alle condizioni ambientali. Si analizzano aspetti fondamentali che interessano sia gli udenti che i non udenti.

Antonio Arpini

Buongiorno a tutti, grazie al dottor Parodi che mi ha invitato così ho modo di parlarvi. mentre il dottor Parodi tentava di invitarvi alla ripresa dei lavori, c'era un classico fenomeno che, ahimé, bisognerebbe attivare oltre alla barriera che era il brusio che voi generavate, che si chiama mascheramento uditivo, faticoso per l'udente e ancora più faticoso per chi ci sente meno, è un po' la tematica principale del mio intervento. Non so se Parodi l'ha fatto a posta, ma io vedo facce a me conosciute da parecchi anni, studenti che sono passati dalle nostre scuole, colleghi, perchè quest'anno è il 40 esimo dell'Istituto dell'Audiologia in Italia da noi fondata a Milano, poi si è istituita in tutta Italia, l'Audiologia è la scienza dell'udito. attraverso questa istituzione si sono formati nelle varie Università Italiane diversi corsi di laurea, si sono formati specialisti in Audiologia. Uno che si è specializzato è stato il dottor Ambrosetti che avete sentito precedentemente, vedo qui davanti la signora Ripamonti uscita dai nostri corsi di ortofonia, lei ha fatto un gesto per dire "sono veramente uscita", poi chiedetele perchè, così si sono formati nel territorio Italiano nelle Università e nei reparti ospedalieri e nelle realtà locali. Insomma una disciplina che ha fatto cose dirompenti : abbiamo debellato il sordomutismo. Debellato interpretando quella che è stata la dichiarazione del congresso mondiale dei sordi del 1880 che la parola va oltre il gesto per integrare la persona non udente. Questo è stato detto al congresso mondiale e noi l'abbiamo messo in pratica. Bisogna riconoscere alcune cose fondamentali del perchè si è riusciti:

1) il contesto sociale dell'epoca degli anni 68 - 73 ha reso favorevole la presa di coscienza di fronte alle diversità, che fossero persone con problemi di udito, piuttosto che di vista, piuttosto che motori. Io ricordo i tempi dove l'azione centrale era sui gradini delle strade, dove chi in carrozzina non riusciva a superare un certo dislivello.

2) a voi che portate le protesi uditive o cocleari va fatto un enorme riconoscimento per la tenacia, la costanza e la forza con cui avete voluto rompere il silenzio;

3) la famiglia che in assenza di quella si erano creati in certe situazioni dei problemi ma che è stata sempre a fianco e ha consentito la vostra integrazione sociale.

4) lo dico come reparto che tutto ciò è stato reso possibile dalla tecnologia allora e anche oggi. Tra il sesto mese di vita e il 12 esimo mese di vita si può fare una diagnosi audiologica presupposto per il recupero della percezione e l'integrazione con i normoudenti.

Questi 4 punti sono stati alla base e vanno riconosciuti. però non è stato tutto così perchè il problema adesso si espande enormemente, non solo per voi che siete nati con dei problemi all'udito ma che riguarda tutta la collettività e che preoccupa gli organismi internazionali. L'OMS ( Organizzazione Mondiale della Sanità ) nel 2004, attraverso un documento, dice che nel mondo ci sono circa 500 milioni di persone con problemi dell'udito, inclusi anche quelli che nascono ovviamente con dei disturbi dell'udito. Una istituzione inglese importante in campo epidemiologico, il Royal Institute, stima che nel 2030 ci sarà un raddoppiamento delle persone che accusano disturbi dell'udito. La cosa preoccupa l'unione europea e l'OMS, causa l'elevato inquinamento acustico prodotto da traffico veicolare, luoghi di lavoro e di divertimento (la musica a alto volume ). A tal proposito stiamo costituendo una commissione presso la comunita' europea che si occupi di stabilire delle norme nell'uso di lettori come mp3, apode e così via. Sono veri i dati del Royal Institute perchè c'è dietro la moneta, sono stati commissaonati questi studi da potenti lobbie americane, questo è un panorama e cosa fa sollevare quello che ho detto fino adesso? Che c'è un problema del comportamento, delle scelte sociali, della politica del vivere, della cultura, della televisione commerciale che portano a non tenere presente quelle che sono le funzioni principali dell'ascolto. Si tratta di una cultura che va sempre di più verso la presenza di rumore, a tal punto che, pensate, c'è un paradosso in campo nostro audioprotesiso che le protesi acustiche costano sempre di più per una sola funzione, per potere sopprimere il rumore principalmente, e poi altre elaborazioni. Ma, scusate, non è meglio abbassare il rumore così ci guadagniamo tutti? Cosa vuole dire abbassare il rumore? Significa che bisogna introdurre nella politica sociale e soprattutto nell'ambito scolastico una cultura dell'ascolto che passa attraverso tanti mezzi, come quelli dei relatori che mi hanno preceduto inquadrando la problematica, ma attraverso anche degli strumenti che crescano la cultura dell'ascolto. La musica, per esempio, abbiamo una ministra che ha fatto una legge che ha identificato le scuole particolari per quelli che sono portati alla musica, non dico togliendo ma riducendo tantissimo l'insegnamento, l'uso della musica in modo trasversale, a partire dall'asilo nido per arrivare all'Università. Un problema centrale che interessa il nostro modo di essere, quindi la qualità della percezione, è specificato da questa piccola formula che dice che la sensazione, la soddisfazione, cioè il comprendere bene, è in funzione della qualità dell'ascolto e delle condizioni ambientali. Allora bisogna introdurre e qui è vasto il contesto dove si parla della presenza del rumore come elemento che emargina la persona. Infatti si definisce come uno dei disturbi extrauditivi questo e uditivi. allora bisogna introdurre una sensibilità anche in ambito scolastico attraverso un parametro che è il confort acustico, ma ci vuole la conoscenza di queste problematiche e il buon senso dell'educatore, dell'insegnante. La scelta di un'aula appropriata laddove si integrano dei bambini con problemi di udito è la cosa più banale che uno dovrebbe fare, non avviene sempre così. Due sono i parametri: i fattori estrinseci che caratterizzano il cosiddetto confort acustico che riguardano gli ambienti, le protesti e poi quelli intriseci che riguardano l'apparato uditivo, cioè le perdite, e poi la motivazione e l'attenzione che hanno una sua importanza. Le problematiche che riguardano questo argomento interessano tantissimi luoghi, dall'aperto al chiuso. Io vi porto l'esempio scolastico perchè è concentrato in questo seminario: se voi notate, parte un'onda diretta e questa si distribuisce nell'ambiente e se l'ambiente è appropriato dal punto di vista percettivo le onde cosiddette riflesse anziché amplificarsi generando il cosiddetto rimbombo, il tempo di riverbero, vengono attenuate. come questo ambiente per esempio. Quindici anni fa, sulla base di alcune riflessioni scientifiche, avevo attivato con i miei collaboratori alcune ricerche con diverse funzioni nell'ambito della cittadina milanese, alcune dedicate alla musica per esempio, questo è un esempio di una scuola che allora era appena costruita: a sinistra c'è un mio collaboratore con una serie di strumenti e in mezzo c'è un manichino di acustica che serve appunto per questi studi. Si vedono strutture lisce e piane, quindi non c'è una cultura dell'attenzione, della centralità, della percezione uditiva. non solo, ma si dilaga sempre di più anche nelle realtà familiari. spesso si mangia con la televisione accesa, l'ambiente non ha prestato attenzione alle condizioni della discriminazione e così via. Allora lo studio cosa ha portato? Io sto segnando queste onde che sono: questa è la prima onda che va, ed è diretta, questa proviene dal soffitto e questa dalle pareti e poi anche successive. Se voi notate sono tutte più o meno allo stesso livello energetico, cosa che quella del soffitto e dell'onda delle pareti dovrebbero essere estremamente attenuate se l'ambiente è compatibile con una buona acustica. Questa è una sala destinata alla musica, ma la modalità percettiva non deve tenere presente che il messaggio emerso dal punto di vista acustico deve essere bene percepito e quindi anche un brano musicale? Se voi notate, stanza vuota ma l'intensità' sulle basse frequenze, è quel "pum pum" che c’è sono in brani musicali e in stile di vita dell'ascolto della musica, è quella dominante che crea il problema di mascheramento principale. Questa è una scuola materna, quella riga che fa una montagnetta in realtà dovrebbe essere piatta tra 0 e 1. Se io mando un mio nipotino o all'asilo nido o alla scuola materna o scuola elementare o alla media o al liceo o altre scuole superiori, l'importante è che va ad apprendere, il sistema del linguaggio passa dalla stimolazione, alla percezione, al meccanismo della comprensione e all'apprendimento, ma se una di queste fasi viene mascherata o alterata, l'apprendimento è la comprensione di riflesso vengono meno, situazioni molto comuni in certi contesti scolastici. La sintesi dello studio che avevo fatto fa vedere in questa slide come l'andamento del livello equivalente, cioè della potenza sonora dell'ambiente o del rumore, nel numero degli ambienti oscilla tra i 65 e i 75 decibel. se l'ambiente ha un livello del genere e la parola è attorno ai 40 - 50 decibel, c'è una situazione difficile di percezione. Un bellissimo studio fatto a Milano in una scuola con Lega Ambiente è stato quello di creare una educazione all'ascolto sugli studenti e anche sugli insegnanti e ha prodotto degli interessati risultati perchè bisogna partire dalla base, cioè dalle situazioni scolastiche in modo tale che va creata una cultura dell'ascolto, una modalità, un approccio alla percezione. Sul problema delle scuole siamo riusciti, dopo 15 anni, a organizzare almeno per sensibilizzare la classe politica, lo scorso novembre, un convegno dedicato alla rumorosità degli ambienti scolastici proprio per i concetti che vi ho descritto fino adesso. Ne è derivata una direttiva che finanziava il risanamento di alcune strutture e di ambienti scolastici, la crescente decurtazione dei fondi ha tolto tutto. Qui c'è qualche politico che gli posso insegnare qualcosa di acustico, che ha in mano le redini del potere e che nomina il dirigente il quale da' le autorizzazioni? Se c'è alzi la mano perchè gli spiego cosa vuole dire e quanto si risparmia. Ma sapete che la problematica dei soldi vede l'1, 5 del PIL il costo sanitario. Non è meglio prevenire che curare? Non è meglio che le protesi costino meno e che gli ambienti siano proporzionati alla qualità dell'ascolto? Quindi tutta una serie di situazioni del genere, è un problema di carattere educativo.

Due cose per chiudere:

Nella città di Milano è esploso il problema degli asili nido, se voi girate per la città vedete "il cigno azzurro”, “si insegna l'inglese", oppure “anatra rosa”… Ho misurato i rumori lì dentro dove passano camion, macchine, il rumore supera di gran lunga la voce dell'educatrice, il bambino nella sua crescita deve percepire un segnale armonico o un segnale proporzionato alla fisiologia, e non alla patologia. chi ha dato l'autorizzazione di mettere il cigno azzurro, l'anatra rosa e così via? Il comune ha dato l'autorizzazione, prescindendo dai prerequisiti. allora le povere educatrici si devono sgolare e il bambino percepisce prevalentemente rumore di fondo ed è dura fargli capire questo. Poi vengono fuori i soliti "disturbi dell'apprendimento", no? La sensibilizzazione in questo senso è proprio quello di osservare il contesto in cui viene integrato sotto il profilo educativo il bambino, il neonato. Voi direte che cosa c'entra Domenico Ghirlandaio? Questa è una bellissima tavola del 1478 che ho visto al Louvre, che mi ha ispirato dei versi di una poesia e che coniuga un po' tutto quello che vi ho detto e allora ve la recito: è un po' come se un anziano con la sua esperienza dicesse al nipote:

Prestami, ragazzo, il tuo udito, io ti regalo saggezza.

Ti è stata donata la furbizia dell'orecchio

ma non ancora il cuore per la verità.

Impara a distinguere che sentire non è comprendere,

comprendere non è apprendere,

ancora diverso è amare.

Salva, ragazzo, il tuo udito,

proteggi i silenzi del paesaggio e del cuore,

cammina con me per la manutenzione della vita,

da vecchio sarai più saggio di me.

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